INTANTO IL PREZZO DELLE UVE
DELLA VENDEMMIA 2013 CALANO
DI OLTRE IL 20%-
Superati nel 2013 i 5 miliardi di export per il vino italiano-
Boom delle bollicine
Roma, 14 marzo 2014
Si chiude un altro anno record per le cantine italiane, che nel 2013 hanno messo a segno un +7% degli introiti provenienti dalle vendite oltre frontiera, realizzando un fatturato di oltre 5 miliardi di Euro.
Non altrettanto positiva la dinamica delle esportazioni in termini quantitativi che ha subito una battuta d'arresto del 4%. I volumi spediti oltre i confini nazionali si sono attestati comunque sopra i 20 milioni di ettolitri, confermando ancora una volta il ruolo di traino della domanda estera, che assorbe quasi il 50% della produzione vinicola nazionale.
L'incremento del fatturato è legato all'aumento dei prezzi alla produzione registrato all'inizio della campagna produttiva 2012-2013. Rincari che sono andati progressivamente esaurendosi nel corso del 2013 sino a riportare nell'ultimo quarto dell'anno il prezzo del vino su livelli decisamente inferiori all'anno precedente.
Quasi tutte le tipologie hanno subito una flessione dei quantitativi esportati accanto una progressione dei corrispettivi monetari, dicotomia particolarmente evidente nel caso dei vini sfusi (+11% in valore vs -12% in quantità).
Unica voce fuori dal coro, gli spumanti che hanno ottenuto oltre all'aumento dell'export in valore (+18%) anche un'eccellente performance in termini quantitativi (+13%). In questo segmento a trainare la domanda estera è stata la voce "altri spumanti Dop" (che comprende il Prosecco), con incrementi in volume e in valore di circa il 27%. Meno dinamico l'Asti che in volume si è fermato a un più 3%, affiancato da un più 16% degli introiti.
Tra i principali mercati di destinazione delle bollicine italiane, spicca il Regno Unito che, con un balzo in avanti del 40% degli ordinativi, diviene il primo acquirente sotto l'aspetto quantitativo. Gli Usa mantengono invece il primato tra i big spender con un incremento della domanda del 13% e della relativa spesa del 18%. La Germania, attualmente terzo cliente per importanza sempre parlando di bollicine, ha invece ridotto del 16% le sue richieste, a fronte di una domanda russa molto dinamica (+29% in quantità, +53% in valore). Cresce, infine, anche l'apprezzamento nei mercati scandinavi
Non altrettanto positiva la dinamica delle esportazioni in termini quantitativi che ha subito una battuta d'arresto del 4%. I volumi spediti oltre i confini nazionali si sono attestati comunque sopra i 20 milioni di ettolitri, confermando ancora una volta il ruolo di traino della domanda estera, che assorbe quasi il 50% della produzione vinicola nazionale.
L'incremento del fatturato è legato all'aumento dei prezzi alla produzione registrato all'inizio della campagna produttiva 2012-2013. Rincari che sono andati progressivamente esaurendosi nel corso del 2013 sino a riportare nell'ultimo quarto dell'anno il prezzo del vino su livelli decisamente inferiori all'anno precedente.
Quasi tutte le tipologie hanno subito una flessione dei quantitativi esportati accanto una progressione dei corrispettivi monetari, dicotomia particolarmente evidente nel caso dei vini sfusi (+11% in valore vs -12% in quantità).
Unica voce fuori dal coro, gli spumanti che hanno ottenuto oltre all'aumento dell'export in valore (+18%) anche un'eccellente performance in termini quantitativi (+13%). In questo segmento a trainare la domanda estera è stata la voce "altri spumanti Dop" (che comprende il Prosecco), con incrementi in volume e in valore di circa il 27%. Meno dinamico l'Asti che in volume si è fermato a un più 3%, affiancato da un più 16% degli introiti.
Tra i principali mercati di destinazione delle bollicine italiane, spicca il Regno Unito che, con un balzo in avanti del 40% degli ordinativi, diviene il primo acquirente sotto l'aspetto quantitativo. Gli Usa mantengono invece il primato tra i big spender con un incremento della domanda del 13% e della relativa spesa del 18%. La Germania, attualmente terzo cliente per importanza sempre parlando di bollicine, ha invece ridotto del 16% le sue richieste, a fronte di una domanda russa molto dinamica (+29% in quantità, +53% in valore). Cresce, infine, anche l'apprezzamento nei mercati scandinavi
Abruzzo: numeri record per export vino
12 Marzo 2014 -
(ASCA) - L'Aquila, 11 mar 2014 - Anche nel quarto trimestre del 2013 i dati dell'export abruzzese confermano le ottime performance del comparto agricolo e agroalimentare con buoni risultati nonostante la leggere flessione del dato totale regionale. E' quanto emerge dai dati pubblicati oggi dall'Istat che l'assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, commenta cosi': ''Il vino resta senza dubbio il principe del 'Made in Abruzzo' all'estero e' alla fine dello scorso anno ha fatto registrare numeri record con un valore di oltre 120 milioni di euro e un incremento del 12,3% rispetto al 2012. E' bene sottolineare che si tratta del miglior risultato dal 2010 raggiunto grazie ad un trend costante che conferma come i nostri vini siano sempre piu' riconosciuti e riconoscibili in tutto il mondo. Se negli anni passati era un miraggio puntare a quota 100 milioni in meno di 4 anni siamo riusciti addirittura a superare i 120 e questo credo che sia il premio migliore al lavoro che il mondo del vino e questa amministrazione regionale hanno svolto con grande passione e determinazione''.''Ottime notizie - prosegue Febbo - arrivano anche dalle altre eccellenze abruzzesi come la pasta che si conferma tra i prodotti piu' apprezzati nel mondo. Il dato di fine 2013 parla di oltre 127 milioni di euro di scambi commerciali con un variazione del +7% rispetto all'anno precedente. Brilla anche l'olio d'oliva che segna uno straordinario +16% rispetto al 2012 e un valore degli scambi con l'estero che ha raggiunto quasi 20 milioni di euro. Segno positivo anche alla voce frutta e ortaggi con +3,4%. Nonostante il leggero calo che si e' registrato sul dato globale, con un -2,4% delle esportazioni abruzzesi, in tutte le voci che riguardano l'agricoltura ci sono segnalI positivi: prodotti e colture agricole non permanenti (+5%) e permanenti (+10%), prodotti di origine animale (+37%), prodotti della pesca (+19%) e pesce lavorato (+12%)''. red/res
Dati utili, senza alcun dubbio. Buona ricerca!
RispondiEliminaDal tuo nik. devi essere un viticoltore,io ho pubblicato questi dati per passione ,non sono un viticoltore,mi piacerebbe che qualche soggetto interessato intervenisse con argomentazioni utili al settore vitigno-
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