domenica 9 marzo 2014

pericolo gliphosate parte3°-

La discussione,è abbastanza diffusa,ma i media ,quelli convenzionali se ne guardano bene dal dare
notizia:
ITLIA-http://www.ilfattoalimentare.it/malformazioni-animali-diserbante-piu-diffuso-mondo-note-decenni-autorita-nuovo-report-scientifico.html

http://www.sportellodeidiritti.org/notizie/dettagli.php?id_elemento=651

USA-http://www.reuters.com/article/2011/08/12/us-glyphosate-idUSTRE77B58A20110812?feedType=RSS&feedName=environmentNews&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+reuters%2Fenvironment+%28News+%2F+US+%2F+Environment%29&utm_content=Google+Reader
COLOMBIA-http://www.cdca.it/spip.php?article116
ARGENTINA-http://www.cdca.it/spip.php?article1336

Intanto,l'indignato speciale,il 12 dicembre 2011,torna a pubblicare 
un altro report/denuncia sull'utilizzo del glifosate -

98 buone ragioni per non importare granelle dal Nord-America?

Qualche tempo fa abbiamo fatto luce su una pratica agricola Nord-Americana a dir poco discutibile nel post "La ricetta segreta Americana per fare grano duro di qualità", che consisteva nell'essiccamento artificioso del grano in campo. 
Ci siamo resi conto che questo trattamento pre-raccolta è davvero comune, e non solo sul grano, soprattutto negli Stati più freddi degli Usa, come nel Canada. Certo, a noi può sembrare bizzarro ricorrere alle irrorazioni di glifosate per facilitare la raccolta; nel nostro contesto agricolo, infatti, il glifosate è considerato un erbicida non selettivo e viene irrorato generalmente sulle erbe infestanti, senza avere alcun contatto diretto con le produzioni alimentari. L'autorizzazione italiana del Ministero della Sanità del resto prevede il trattamento diretto con glifosate soltanto su alcune colture arboree lignificate, mentre su altre erbacee ne prevede il ricorso soltanto con attrezzature di irrorazione selettive, così sul mais autorizza l'uso solo nell'interfilare, vietando espressamente il trattamento pre-raccolta, mentre sul grano non ne è consentito affatto l'uso.
Esiste peraltro anche un limite di legge, normato dal Decreto 13/06/2007 sui residui dei prodotti fitosanitari, che prevede per il glifosate valori limiti residuali in base alle diverse colture (per il grano 10 mg/kg). Si suppone e si spera che sulle ingenti importazioni di granelle di varie colture dal Nord America i nostri laboratori di analisi doganale facciano le opportune verifiche. Ma al di là dei limiti di legge, le colture da granella trattate con il glifosate hanno una anomalia oggettiva e chiaramente verificabile per chiunque. I semi prodotti con tale tecnica sono anormali nella quasi totalità, e non lo dico io, piccolo ed arretrato agricoltore di una sperduta provincia della Sicilia, ma la stessa "Commissione Sementi del Nord Dakota".
Nell'articolo "98 reasons not to use glyphosate on seed fields", Steve Sebesta deputato della suddetta commissione, infatti, sconsiglia vivamente agli agricoltori locali di utilizzare il seme prodotto dai campi trattati con glifosate  in pre-raccolta. 
Ed a dimostrazione di ciò riporta i dati di germinazione di semi provenienti da piante di pisello trattato: ebbene i semi normali e germinabili risultano appena il 2%, contro il 98 % di semi anormali. Si producono dunque semi che germinano,  ma si generano poi, piante difettose nelle quali mancano alcune parti, sono deformi o rachitiche.
Nella figura a sinistra in alto i semi germinati di pisello del test, contro uno schema teorico di sviluppo, nella figura in basso, dimostra evidentemente quanto sopra riportato.  
Secondo quanto sostiene la "Commissione sementi" del N. Dakota risultati simili si riscontrano su grano tenero, grano duro, lino e lenticchie.
In conclusione Sebesta si appella ai farmer e conclude con la seguente massima:
Don’t use grain harvested from fields treated with glyphosate as a harvest aid for seed. It’s grain, not seed.
 "Non usare granella raccolta da campi trattati, con glifosate alla raccolta, per seme.Essa è granella, non semente."

Vorrei aggiungere che l'articolo citato, non viene da uno sfegatato sito  ambientalista, ma dalla rivista agricola on line "Farm and Ranch guide" del N.D., e che il tenore complessivo dell'articolo riguarda soltanto gli aspetti sementieri.

Ora io mi chiedo ma come può il sistema agroalimentare americano mettere in commercio per il consumo umano granelle che, a leggere i loro stessi studi, non vanno bene neanche per l'utilizzo come semente? Vorrei vedere qinuauale agricoltore andrebbe mai ad utilizzare per il consumo alimentare, magari della propria famiglia, un prodotto agricolo che genera piante "alterate". Credo che il semplice buon senso, senza tirare in ballo numerose evidenze magari parziali ma sospette sul glifosate, farebbe scartare, nel dubbio, a ciascuno di noi produttori questi prodotti dal consumo. In America no, evidentemente non gli fa né caldo né freddo. Nessun problema, se non fosse che buona parte delle produzioni cerealicole Nord-Americane sono prodotte per l'esportazione. Per il grano ad esempio gli  Stati Uniti sono i primi esportatori del Mondo, mentre il Canada è il 3° in classifica.
In conclusione dunque quattro domande:
1) le granelle importate rispettano i limiti di glifosate previste dalla nostra normativa?
2) siamo consci di cibarci di produzioni biologicamente alterate?
3) siamo sicuri che l'effetto mutageno del glifosate sulle granelle sia soltanto di tipo morfo-funzionale, e non influenzi piuttosto aspetti chimici e biologici imprevisti?
4) noi agricoltori italiani siamo oramai sottoposti a controlli di ogni genere e sorta per garantire la sicurezza alimentare delle nostre produzioni, perché si importano grandi quantitativi di cereali prodotti con tecniche agronomiche da noi non autorizzate, e di cui si sconoscono le imprevedibili controindicazioni? 

2 commenti:

  1. A quanto pare l'articolo è risultato interessante , anche per i sostenitori della "globalizzazione ineluttabile" che consente in 100 giorni ,di coltivare duro al gliphosate in canada,da utilizzare per produrre pasta "made in Italy", lasciando incolti centinaia di migliai di ettari al centro sud ...Secondo queste "correnti di pensiero" questo sistema é il progresso e chi non la pensa cosi, è ..."fuori dal mondo"

    http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/01/28/la-forza-della-farina/#comment-1265822

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  2. qualcuno ha l imail del ministro alle politiche agricole ,così tanto per informarlo,potrebbe anche non saperlo del glifosate.agr abruz

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