lunedì 3 marzo 2014

Breviario dell’analisti di mercato dei cereali – parte prima: Terminologia


Istruzioni per 
l'uso-









Innanzitutto un caro saluto a tutti e un grazie a Mimmo che mi permette di scrivere sul nuovo blog Cereali 2.0.

Come sapete il sottoscritto si pregia di scrivere di temi cerealicoli su un noto settimanale agricolo, e come tutti i cosiddetti “esperti” (veri o presunti, io appartengo alla seconda categoria) a volte do per scontati dei termini e dei concetti che invece scontati non sono, almeno per chi pur essendo operatore professionale non li conosce. 
Con questo post vorrei inaugurare una miniserie di approfondimenti sul magico mondo degli analisti, dai termini tecnici utilizzati fino ai “trucchi” impiegati per convincere il prossimo a credere nelle proprie previsioni (permettetemi di essere ironico, visto che altrove devo fare la persona seria). 

Quando parliamo di prezzi, in genere consultando un listino di borsa merci, dobbiamo sempre essere coscienti su DOVE e COME viene definito il prezzo. Iniziamo con le definizioni più banali valevoli nel commercio nazionale italiano:
-          prezzo alla produzione: prezzo pagato all’impresa agricola sotto trebbia o partenza dal suo magazzino (se consegna la merce dopo il raccolto);
-          prezzo franco partenza centro di stoccaggio (si spiega da se: l’impresa agricola ha già consegnato in genere a sue spese la merce al commerciante o alla cooperativa): prezzo del cereale per chi vuole andarselo a prendere con mezzi propri;
-          prezzo franco arrivo molino: è il prezzo per merce che viene consegnata dal venditore (a sue spese) allo stabilimento di trasformazione.
È abbastanza semplice: da un lato c’è il valore alla produzione, al quale si aggiungono via via le spese di deposito, carico & scarico e il costo di trasporto, fino al prezzo valevole per il cliente che si vede scaricare la merce presso il proprio stabilimento.
Quali sono le definizioni valevoli per i principali listini nazionali? Vediamo:
-          a Foggia il prezzo riportato nel listino è franco partenza centro di stoccaggio;
-          a Bologna il prezzo è:
o       per il NORD: partenza centro di stoccaggio zona Bologna (e per estensione tutta l’Emilia Romagna);
o       per il CENTRO: arrivo zona di Bologna (per cui per avere il prezzo partenza ad es. dalle Marche bisogna sottrarre le spese di trasporto dal magazzino fino a Bologna);
-          a Milano il prezzo è inteso arrivo magazzino / stabilimento industriale in Lombardia.
È chiaro? Ecco perché ad es. i prezzi di Milano sono sempre più alti che a Bologna, e a Bologna sono più alti che a Foggia (almeno per il grano duro).

Per chi segue i mercati esteri la faccenda è più complicata: Partiamo con gli INCOTERMS, che sono le abbreviazioni in uso nel commercio internazionale per descrivere dove e come viene conteggiato un prezzo. I due termini più usati (tralascio i casi particolari) sono:
-          FOB: Free on Board. È il prezzo della merce caricata al porto su di una nave. Presuppone che la merce sia stata trasportata dall’azienda agricola al centro di stoccaggio e da qui al porto, dove è stata caricata su una nave. Il prezzo fob è perciò diverso (e indipendente, come vedremo in un post successivo) dal prezzo per merce “resa al porto”. Come notava giustamente il nostro Granduro, quando consultiamo i prezzi del grano duro francese a Port-La-Nouvelle ci viene sempre solo comunicato quest’ultima quotazione; quanto vale effettivamente la merce già sulla nave invece non è oggetto di pubblicazioni ufficiali. Infatti tra merce “resa al porto” e “fob” ci sono 7,20 euro/ton di spese vive, ma il differenziale può essere più alto a seconda della situazione di mercato;
-          CIF: Cost Insurance Freight. È il prezzo per merce sulla nave, però già attraccata al porto di arrivo e in attesa di essere scaricata. Di fatto, è il prezzo FOB con l’aggiunta del nolo (ad es. da Port-La-Nouvelle a Livorno: 13 euro/ton) e delle spese assicurative.
Per calcolare quanto costa il grano al molino (e avere perciò un prezzo comparabile con i prezzi nazionali), al prezzo CIF bisognerà aggiungere le spese di scarico (3-4 euro/ton) e il trasporto dal porto al molino (da 5 a 12 euro/ton).

Per il momento è tutto (in attesa della seconda parte, per la quale attendo le vostre richieste).

25 commenti:

  1. Grazie a te,che vuoi essere dei nostri-

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  2. complimenti krukko. info chiare e interessanti!

    GP

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  3. Grazie. Attendiamo ulteriore interessante lezione.

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  4. lezione zoppicante..."quanto vale effettivamente la merce già sulla nave invece non è oggetto di pubblicazioni ufficiali."...il dato FOB è invece perfettamente fruibile a chiunque abbia un collegamento web.

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    1. Ciao alfetta,piacere di sentirti-mi sa che quel prezzo è un po complicato da appurare-

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    2. Alfetta, scusa, invece di scrivere "il dato FOB è invece perfettamente fruibile a chiunque abbia un collegamento web" perché non ci scrivi invece direttamente come si fa?
      Su che sito bisogna andare per avercelo? Perché può essere utile a tutti....

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  5. Chiedo venia per la superficialità con la quale affermavo la non reperibilità dei prezzi fob in Francia. In effetti fino a qualche mese fa ricevevo da FranceAgriMer la newsletter giornaliera con i prezzi fob, poi non mi è più arrivata e pensavo avessero sospeso l'invio perché il dato non veniva più pubblicato. Invece ecco dove lo si trova: https://visionet.franceagrimer.fr/Pages/Statistiques.aspx?menuurl=Statistiques/productions%20v%C3%A9g%C3%A9tales/grandes%20cultures/cotations

    Caro Alfetta, io nel mio lavoro ce la metto tutta e a volte posso sbagliarmi. A parte l'errore, la "lezione" è realmente zoppiccante? In tal caso torno a squola con il berretto da somaro e smetto di scrivere ...

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    1. Grazie per il LINK,quando alfetta,deciderà di darci una lezione ,più lineare della tua,la useremo per imparare ancora di più-sperando che sia un buon professore-

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  6. Krukko - Una lezione è zoppicante se affermi che un dato è riservato, quando invece non lo è...una lezione è zoppicante se affermi che il differenziale è 7.20 €/t (pure i centesimi che precisione) quando invece è quasi sempre più elevato (al momento 20 €/t)...
    Sembrerebbe che tu abbia voluto farci credere che il grano francese che arriva in Italia avesse una certa quotazione, quando invece è più alta. Se sviluppo i tuoi conti e parto dal prezzo FOB (e non da quello Rendu) 270,44 €/t + 13+3+10= 296 €/t ottengo un valore sensibilmente più elevato di quello pagato per il fino Centro franco arrivo piazza di Bologna, per esempio.
    La domanda dunque è: perchè il grano francese viene pagato di più di quello nostrano sulle stesse piazze?
    per il resto sono informazioni utili, ma molte non le posso verificare, per cui non sono in grado di dirti se devi andare dietro la lavagna o meno...io non do lezioni, ne voti...a malapena faccio le somme.

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  7. Caro Alfetta, meno male che entri nello specifico così posso ripondere in modo concreto.

    7,20 euro/t è la somma delle spese che si sostengono per scaricare del grano da un camion e caricarlo su una nave piccola a Port-La-Nouvelle. Il problema è che il prezzo fob non è la mera somma di prezzo per merce resa al porto e delle spese, per queste ragioni: 1. Fattore temporale (magari io agricoltore o cooperativa porto la merce al porto, mi viene liquidata ad un determinato prezzo, ma in realtà il trader carica la nave in un momento successivo, oppure l'ha venduta prima ancora prima di caricare allo "scoperto), 2. Fattore contrattuale (il trader intanto compra a un prezzo certo, ma il prezzo di vendita viene stabilito con una transazione a parte, indipendente dalle condizioni di acquisto), 3. Fattore informativo (mentre il rapporto tra agricoltori e trader deve essere improntato alla trasparenza - siamo in Francia - il trader sul mercato internazionale fa ciò che vuole senza dover rispondere a nessuno).

    Non è vero che io voglio sottostimare i prezzi all'importazione, anzi. Lo sviluppo dei conti che hai fatto è sostanzialmente corretto, con alcuni distinguo: i 270,44 euro/t fob sono per merce di qualità standard (79/80 p.s., prot. min 12,5%, vitrosità min. 60%, GFM ossia i chicchi difettati max 7-8%), e di questa merce in Francia non se ne è raccolta molta (diciamo pure che ci sono delle partite che fanno pena). Posso dirti che pochi giorni fa un cliente ha pagato 280 euro/t CIF per merce peggiore, contratto fatto a fine gennaio quando il mercato si prospettava già in rialzo. Secondo me, le quotazioni fob riportate nel link non sono da prendere come riferimento assoluto (e non lo dico per giustificarmi, anzi rinnovo le mie scuse per le omissioni e la scarsa chiarezza.).
    Altro fattore: dipende chi e dove scarica. E' evidente che un grande gruppo molitorio con stabilimenti a Livorno e Porto Marghera NON spende i 10 euro/t di camion per portarsi la merce a casa (ed ecco lì che avrebbe speso 286 e non 296 euro/t). Diversa la situazione per i molini ubicati in Lombardia o in Umbria. I 10 euro/t sono il massimo che si può spendere se non si è in prossimità di un porto.

    Un'ultima considerazione: in linea di massima i molini (parlo del centro-nord, non della Puglia) preferiscono comprare il grano nazionale anche a 5 euro/t in più dell'estero. Il motivo è finanziario: qua da noi pagano a 30-45-60 gg., il grano estero invece lo devi pagare in anticipo, e non tutti i molini hanno la possibilità di farlo. Il problema è che in Italia si fa fatica ad acquistare una partita più o meno omogenea di 1.000/2.000 ton, mentre in Francia con una telefonata e una conferma via fax l'affare è chiuso.

    Comunque ti sono grato per le critiche, il mio post voleva essere una sintesi, e invece mi rendo conto che è solo un punto di partenza per ulteriori approfondimenti. Meglio così.

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  8. seguivo con interesse il vostro scambio di opinioni riguardo le quotazioni estere perchè su quelle non ho dimestichezza,poi ho letto l'ultima riga del commento di herbert riguardo le partite omogenee e su questo mi sento di esprimere la mia opinione :caro herbert,in passato ho fatto parte del consglio di amministrazione di una cooperativa e tutt'ora adesso sono in ottimi rapporti con gli attuali amministratori,la storia dei nostri lotti non omogenei è un mito da sfatare una volta x sempre! fino a 7-8 anni fa abbiamo fatto contratto con barilla o de cecco anche di 100000 quintali una tantum di grano con caratteristiche omogenee,ora di questi contratti non se ne fanno più x 2 motivi:il primo è il notevole esborso finanziario che i mulini dovrebbero accollarsi,molto meglio lavorare gratis i conti deposito,vendere la semola e poi pagare gli agricoltori.......il secondo è che i mulini almeno qui in puglia preferiscono fare dei piccoli acquisti in funzione della merce estera che man mano sbarca nei nostri porti,a volte si vende + facilmente il grano 11 di proteine e non il 13.....e poi infine,non vorrei pensar a male,ma fare contratti di piccoli quantitativi comunque riescono ad influenzare ed a dirigere le quotazioni ufficiali nella direzione voluta dai mulini.qui da me in basilicata,ai confini con la puglia non ci sono problemi x quanto riguarda la capacità di stoccaggio e quindi la merce si riesce ad immagazzinare secondo le caratteristiche che vengono determinate alla raccolta,la realtà è che non c'è dialogo tra le parti,si vive alla giornata,ed ognuno cerca di fare i propri interessi come meglio gli viene...

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    1. Ti credo pienamente e posso solo darti ragione. Sei di Lavello?

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  9. Alfetta è sempre incredibilmente polemico...per quello che so il Krukko è in buonafede sulla questione del prezzo FOB e credo che vada plaudito per il suo impegno.

    Se posso dire la mia sulle partite omogenee, per quello che ho visto, anche da noi è possibile acquistare grosse partite di grano (in Sicilia stessa ci sono commercianti che gestiscono decina di migliaia di q con facilità...soltanto che il concetto di omogeneità della partita che abbiamo noi in Italia è molto più lasco di quello Canadese (di quello Francese non so, ma penso sia più rigorso del nostro conoscendoli). Per cui quando un trasformatore compra Canadese sa esattamente cosa compra (elevata o bassa che sia la qualità) e ciò gli consente di lavorare la materia prima in maniera adeguata, quando compra il prodotto nostrano è tutto molto più aleatorio, e le furbizie degli stoccatori sono sempre in agguato...per cui tante volte il trasformatore si trova con un prodotto con delle caratteristiche molto differenti. Ed alla fine noi produttori paghiamo la mancanza di organizzazione e di serietà del sistema, all'estero sono molti passi in avanti...e purtroppo in questi anni non ho notato alcun miglioramento, anzi se è possibile si va indietro (per esempio in Sicilia quest'anno non sono usciti i dati del monitoraggio qualitativo grano duro del 2013, mentre per alcuni anni il servizio è stato erogato).

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    1. Le furbizie degli stoccatori,sono assecondati dai trasformatori,perchè conviene -volessero,potrebbero mettere in riga gli stoccatori in 2 minuti-quando arriva la porcheria,basta non pagarla e addebitare agli stoccatori gli eventuali danni economici subiti-scommettiamo che le partite diventano omogenee ,finiscono le furbizie e si istruiscono anche gli agricoltori a produrre grano di qualità-però la qualità si paga,e il grano italiano è il migliore al mondo sotto il profilo -costo/qualità- e per tanto che faccia schifo è sempre meglio di quello che viene dall'estero-
      Questo paese è una fortuna se riesce ancora a stare in piedi,tu chiedi troppo,vuoi pure il monitoraggio della qualità-non ti sembra di esagerare?

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    2. Il grano italiano il migliore al Mondo? Può darsi, ma non esiste un solo dato analitico che attesti questa affermazione. Fino a che non ci sarà un monitoraggio oggettivo sul nostro grano, ognuno potrà raccontarsi la storia che gli fa più comodo. L'agro-industria dirà che il grano straniero è di alta qualità, tu e Coldiretti affermerete il contrario...rimane il fatto che il grano duro estero che raggiunge prezzi più elevati di quello nostrano è perfettamente caratterizzato e differenziato, quello nostro è molto spesso una incognita...io invoco un sistema di monitoraggio della qualità anche in Italia, oltre a stime di produzione affidabili. Finchè non ci saranno nell'uno ne l'altro il nostro mercato nazionale sarà in mano alla speculazione più oscura, ed inoltre in mancanza di tali dati il sistema produttivo non sarà neanche in grado di fare valutazioni oggettive sul proprio operato, per potersi così migliorare.

      In Sicilia sul monitoraggio della qualità del grano sono stati investiti una barca di soldi, se il servizio viene interrotto qualcuno dovrebbe darne conto ai contribuenti...non mi sembra di esagerare.
      http://www.ilgranoduro.it/dettaglio.aspx?id=295

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    3. Qualche anno fa ho presentato un progetto che poi è stato approvato e addirittura finanziato: http://www.agrireteservice.it/ARS/rqc . Gli strumenti tecnici per conoscere la qualità in tempo reale ci sono tutti, basta volerlo. Sulla vicenda del Ballatore non mi pronuncio, posso solo dire che al di là di una certa ipertrofìa (tipicamente sicula, non me ne vorrai spero Granduro) è stato fatto un buon lavoro.

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    4. Non so se è stato fatto un buon lavoro...per 3-4 anni sono stati sfornati dati (ma non so a che prezzo). Quest'anno il monitoraggio sembra essersi interrotto (sebbene fosse stato pubblicato un bando per il 2013), senza fornire spiegazioni. L'ultima iniziativa riportata di Dicembre 2013 è: Antichi sapori e saperi:Giornata del pane a chilometro zero. Da un consorzio di ricerca ci si potrebbe attendere qualcosa di più. Potrebbe anche darsi che la mancata approvazione della finanziaria regionale abbia determinato un disservizio...

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    5. Esatto,fino a quando non si è in grado di dire il contrario,io sostengo la mia tesi-ma visto che 2/3 di quello trasformato in italia è italiano,per me il grano italiano sotto il profilo qualità prezzo è il migliore che ci sia-altrimenti andrebbe a finire ai porci-
      prendere 1/3 di quello trasformato in giro per il mondo,non è difficile trovare cio che si vuole-io non sostengo un bel niente con la COLDIRETTI-io faccio grano di qualità tanto e piu dei canadesi e come mè tanti altri produttori,e il nostro stoccatore è attrezzato per differenziarlo secondo le caratteristiche-e non uso neanche il glifosate-
      La verità,è che in questo paese si fà finta di non sapere niente,per non riconoscere a chi lavora il proprio valore-importiamo il canadese solo per ricattare i produttori italiani,-

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  10. alfetta,è un po,polemico,però in questo caso polemica costruttiva,krukko è avvisato,la gente ha sete di sapere e vuole bere da un buon calice-
    Alfetta,se vuoi,qui cè spazio anche per tè,basta che lo chiedi e ti sarà dato-ma devi sapere che herbet ,non ha postato un documento astratto,è il primo di una serie di documenti imperniati sui tecnicismi del mercato,in futuro,spero che i tuoi commenti siano complementari ed integranti agli argomenti da lui postati-mi sta bene anche la polemica,purchè non alluda a strane idee-
    Giovanni-sulla omogeneità delle partite,condivido perfettamente la tua posizione-e sul resto sottoscrivo-
    Adesso torno ad informare il mondo,sugli effetti nefasti del glifosate-
    è un tributo all'INDIGNATO SPECIALE 2.0,non fatelo passare inosservato-

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  11. Intanto bari oggi quota + 10 €. ton., con interesse aspettiamo le altre piazze, in sicilia oggi 11 marzo 2014 quanto quota?????????????

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  12. tra 20 minuti vi dico Milano, poi predico Foggia e Bologna.

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  13. Milano grano duro +3 €/t. Secondo me domani Foggia invariato, giovedì Bologna +3/4 €/t.

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    1. Foggia oggi + 10 euro/ton.
      W Gino for president!!!!
      Krukko alle previsioni del traffico per il weekend.
      vcsk

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  14. Mimmo, perché non fai un bel sondaggino per sapere quanti hanno ancora grano da vendere? (secondo me pochi, meno del 10%).
    orzo

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