Ttip, ecco gli effetti del trattato commerciale Usa-Ue
01 - 05 - 2014Tino Oldani
Questa europa,con i suoi burocrati,al servizio della finanza globale ci ridurrà in macerie,con quest'ultimo accordo internazionale , le multinazionali ci daranno il colpo di grazia,il 25 maggio in europa si vota anche per questo accordo-
Tutte le stime contenute in alcuni studi che delineano gli effetti dell'accordo in fieri
Pubblichiamo grazie all’autorizzazione di Class Editori un articolo di Tino Oldani uscito sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.
Per capire cosa potrebbe cambiare dopo l’approvazione del nuovo trattato commerciale Usa-Ue denominato Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership), di cui ho scritto ieri, lo scandalo del pollo transgenico in Germania cade a fagiolo.
LA LETTERA DI MCDONALD’S
Il colosso americano McDonald’s, con una lettera alla sezione tedesca di Greenpeace, ha ammesso di avere ripreso nei fast-food della Germania l’uso della carne di pollo allevato con cibi transgenici, meno costoso ma considerato veleno dagli ambientalisti. In questo modo, il colosso Usa del fast-food si è rimangiato un impegno che aveva preso tredici anni fa. Del caso dovrà ora occuparsi il governo tedesco, che dovrà decidere in base alle leggi nazionali, integrate eventualmente con i regolamenti di Bruxelles. Dunque, una disputa in cui saranno rispettate la sovranità tedesca e quella europea nel tutelare la salute dei consumatori.
Nell’ipotesi che il trattato Ttip fosse già entrato in vigore, la soluzione del caso sarebbe stata assai diversa. Il condizionale è d’obbligo, visto che la bozza ufficiale del trattato è segreta. Ma su alcuni dettagli, grazie ai 600 consulenti Usa impegnati nella trattativa (contro i 6-7 funzionari Ue), le indiscrezioni sono piuttosto precise.
LIBERTÀ DI MERCATO TOTALE
Per questo si può dire che la vicenda del pollo transgenico sarebbe stata sottoposta, non già alle autorità tedesche, ma a un arbitrato privato, gestito da un «Organismo per la risoluzione delle controversie», che è previsto dal Ttip. Poiché il principio fondante del nuovo trattato è la libertà di mercato nel senso più ampio, con una tutela esplicita degli investitori e della proprietà privata, in caso di controversia è previsto che le società multinazionali possano appellarsi all’Organismo di risoluzione per rivalersi sui governi che, a loro giudizio, siano colpevoli di ostacolare il raggiungimento del profitto. La sovranità nazionale finirebbe così con il cedere il passo a quella del libero mercato, sconvolgendo le stesse basi del diritto e della democrazia rappresentativa.
Una simile prospettiva è vista con favore dalle multinazionali, ma con autentico terrore dai movimenti sociali e politici più attenti alla difesa dei diritti individuali e collettivi che spaziano dal welfare all’ambiente, dall’agricoltura all’alimentazione, dall’energia alla sanità.
LE DENUNCE DELLE ASSOCIAZIONI
Per questo, circa 60 associazioni europee, politicamente trasversali, si sono coalizzate per denunciare le maggiori storture del Ttip, accusando governi e partiti di colpevole negligenza rispetto alle ricadute del nuovo trattato Usa-Ue, considerate per lo più negative. Una polemica destinata a salire di tono visto che il trattato Usa-Ue potrebbe essere pronto per la ratifica in coincidenza con il semestre italiano di presidenza europea.
I fautori del Ttip sostengono che l’abolizione delle barriere tra Usa e Ue, tariffarie e non, porterebbe a un unico grande libero mercato con 800 milioni di consumatori, e vantaggi notevoli: milioni di nuovi posti di lavoro, più una crescita del pil – proiettata al 2027 – tra i 68 e i 199 miliardi di euro per l’Ue e tra i 50 e i 95 per gli Usa.
L’AUMENTO DI RICCHEZZA VISTO DA LONDRA
Uno studio del Centre for Economic Policy Research di Londra per conto della Commissione Ue ha stimato che i 199 miliardi di maggiore pil europeo significherebbero una maggiore ricchezza di 545 euro a famiglia: un «regalo» del Ttip, con il quale l’Europa si lascerebbe la crisi alle spalle. Meno trionfalistico un altro studio, compiuto da Prometeia su incarico del governo di Enrico Letta (che sui temi internazionali era più attento di Matteo Renzi): pur giudicando in modo positivo il Ttip, ha calcolato che il vantaggio sarebbe di una crescita del pil europeo pari a zero in caso di liberalizzazioni limitate, mentre sarebbe dello 0,5 per cento a seguito di liberalizzazioni totali, scenario giudicato «ottimistico, ma improbabile».
L’OPPOSIZIONE DELL’ANALISI AUSTRIACA
Di parere opposto, per lo più negative, le previsioni di un centro di ricerche austriaco (Ofse). L’abolizione delle barriere tariffarie farebbe perdere al budget europeo 2,6 miliardi l’anno, somma non trascurabile in un periodo di crisi come l’attuale. L’occupazione non aumenterebbe affatto, mentre la disoccupazione resterebbe stabile, a seguito della profonda riorganizzazione dei mercati. A beneficiare dei maggiori scambi commerciali sarebbero soprattutto le multinazionali, a scapito delle piccole e medie imprese. Nel caso dell’Italia, delle 210 mila imprese che esportano, le prime dieci detengono il 72 per cento dell’export totale, e dunque beneficerebbero maggiormente del trattato. Inevitabile l’invasione di prodotti made in Usa. In definitiva, l’Ofse prevede «pochi benefici economici, ma molti rischi e costi potenziali».
I COSTI DEL TTIP
Ma quali costi? Ecco qualche esempio, tra quelli indicati dai movimenti anti-Ttip. Le norme europee su pesticidi, Ogm, carne agli ormoni e sulla qualità degli alimenti sono più restrittive di quelle Usa, ma potrebbero essere impugnate di fronte a un arbitrato privato e condannate come «barriere commerciali illegali». Idem per le legislazioni europee sul lavoro, più rigide che negli Usa: basterebbe un arbitrato per aprire la strada alla deregulation più ampia, anche salariale, cancellando decenni di conquiste sindacali.
FRACKING
Energia: gli Stati che dovessero vietare il fracking per estrarre il gas, come ha fatto la Francia, potrebbero essere citati in giudizio per avere ostacolato la libera impresa e condannati per danni. Idem per quegli Stati o per gli enti locali che dovessero privilegiare il settore pubblico per servizi quali i trasporti, l’acqua, l’educazione, la sanità e la previdenza.
CAPITALE LIBERO
Last but not least, nessun controllo sui movimenti di capitale. Con tutta evidenza, è in gioco il futuro delle prossime generazioni. Per questo non è accettabile che il Ttip sia deciso a «porte chiuse», con una trattativa segreta, come è avvenuto finora. E chi vuole rappresentare l’Italia in Europa, è bene che si svegli e «cambi verso» a un trattato in cui rischiamo di essere solo perdenti.
Pensi che la gente abbia capito cosa gli stanno propinando?
RispondiEliminaUn blog di agricoltura dove si parla anche di politica e finanza,ma chi sei,complimenti!
Dal 26 maggio 2014 il sole non sorgerà più a Est, probabilmente non sorgerà più neanche a Ovest sono quasi certo che sorgerà anche per quelli che non ci credono dal polo nord ovvero dalla costellazione del M5S. .
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