Un gigante dell’agricoltura mondiale in ginocchio. Metà degli Usa colpita dalla siccità
Metà del territorio degli Usa, un gigante planetario dell’agricoltura, è colpita dalla siccità. Gli Usasono il primo esportatore mondiale di grano e mais, che costituiscono la base dell’alimentazione del genere umano: fanno eccezione solo parte dell’Asia e dell’Africa, dove predomina l’uso del riso. Sono anche il massimo esportatore mondiale di soia, che insieme al mais serve per nutrire il bestiame: mucche, maiali, galline. Cosa accadrà al mercato mondiale delle derrate alimentari e aiprezzi del cibo? L’Italia è toccata da vicino, dal momento che è è il terzo importatore mondiale di grano.
La cartina sotto il titolo è quella offerta dal sito Drought Monitor, che fa capo al dipartimento per l’Agricoltura e ad altri enti statali statunitensi. Il giallo indica la semplice scarsità anomala di precipitazioni, il rosso scuro la siccità eccezionale. Notare l’abbondanza di lettere “L”: indicano unimpatto a lungo termine, anche sull’ecologia e sull’idrologia (da anni varie parti degli Usa sono alle prese con la siccità) , mentre le “S” che spesso vi sono affiancate segnalano l’impatto a breve termine, ossia soprattutto sull’agricoltura.
Qui a lato ci sono invece i grafici (aggiornati al 2011, sono i dati più recenti) dei massimi esportatorimondiali di tre fondamentali prodotti agricoli: lasoia, il mais, il grano. Sono ricavati interrogando ildatabase statistico della Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’agricoltura e l’alimentazione. Ilriso (che qui non compare) è l’unico fra gli alimenti-base di cui gli Usa non sono i massimi esportatori mondiali: figurano infatti “solo” al quinto posto, con poco più di tre milioni di tonnellate all’anno.
Andiamo verso l’estate, una stagione in cui di solito la siccità peggiora. Dagli Usa arrivano già notizie tragiche sulle condizioni dei campi: in alcune zone il grano sta seccando prima ancora di mettere la spiga, il prezzo della carne aumenta perchè è difficiletrovare erba per il bestiame anche se il numero dei bovini, proprio in seguito alla siccità, è statodrasticamente ridotto già qualche anno fa. Eccetera.
Al momento, i mercati delle derrate alimentari non danno segni di nervosismo e non puntano dritti al rialzo: non sono segnalati troppo caldo, troppo secco, troppo umido negli altri Paesi che giganteggiano per le esportazioni. C’è però la vistosaeccezione dell’Ucraina (oltre ad essere il quarto esportatore mondiale di mais, esporta anche la bellezza di 5-10 milioni di tonnellate di grano: dipende dalle annate) dove il problema non sono le condizioni meteorologiche ma la guerra.
In ogni caso prima di arrivare alla stagione dei raccolti dovranno ancora passare dei mesi. Può accadere di tutto, e la cosa apparentemente più improbabile è che gli Usa ricevano una quantità tale di pioggia tale da raddrizzare la situazione..
http://www.worldagweather.com/#region=eu&time=current&vrbl=tmp&goog=0
E tempo di nutrire il bestiame con erba (che la follia umana capitalista butta nelle discariche), e lavorare la terra in modo meno intensivo, ripristinando la vecchia multicultura agricola, la terra va data a chi la lavora, (i padroni non servona ad un emerrito accidente),l'agricoltore va pagato giustamente, si torna a consumare i prodotti locali di stagione. Tutta la mera consumistica capitalista va pero estirpata radicalmente dal pianeta.
RispondiEliminaErba buttata nelle discariche?
RispondiEliminaE dai capitalisti per giunta?
Ma dove vivi?
Sicuro che l'erba che hai trovato nelle discariche non te la sei poi fumata tu?