sabato 30 luglio 2016

CRISI DEL GRANO DURO-

ISTERIA SINDACALE -OVVERO:

-come il sindacato contribuisce a distruggere l'agricoltura nazionale tra manifesta  incapacità e improvvisazioni -














Il 20 luglio presso il ministero dell'agricoltura si è svolto un tavolo concertativo tra le sindacali del settore agricolo,vari attori del settore della filiera cerealicola e il ministro Martina,nel pomeriggio una delegazione di agricoltori autonomi provenienti da varie regioni del centro e sud italia,hanno conclusa la giornata in audizione in parlamento presso la commissione agricoltura esponendo il loro punto di vista e le loro esperienze-QUI .
La giornata si è conclusa con un documento che espone 6 punti- QUI- interventi per promuovere le filiere,sostegno a nuovi centri di stoccaggio,etichettatura made in itali,assicurazione per proteggersi da eccessiva volatilità di mercato queste sono solo alcuni dei punti messi in risalto,insomma abbiamo accontentato sementieri,assicurazioni,banche ed importatori,senza contare alle nuove opportunità di gestire nuova burocrazia per le sindacali come la certificazione del made in italy e la loro presenza nei CUN -
Naturalmente al netto della discussione non un solo provvedimento per andare incontro alle reali difficoltà degli agricoltori del settore cerealicolo, possiamo  tranquillamente affermare :tanto rumore per nulla-
Su un punto in particolare voglio soffermarmi-
La richiesta di 10 milioni di euro per creare nuovi centro di stoccaggio,ora è risaputo che l'italia è un paese deficitario sotto il profilo produttivo rispetto alla domanda dell'industria trasformatrice,la nostra produzione non và oltre il 65% del fabbisogno,ovvero tra i 4,5/5,0 milioni di tonnellate,contro i 6,5 utilizzati dall'industria di trasformazione(ricordiamo che l'italia è il primo trasformatore di grano duro al mondo e il secondo produttore di grano duro al mondo dopo il Canada ed il primo d'europa) allo stato attuale non risulta che in italia siano stoccati quantitativi di grano all'aperto,al vero in Puglia  risultano esserci molti centri di stoccaggio in disuso, veri cimiteri di fosse e silos abbandonati,se l'industria molitoria volesse trasformare solo grano italiano avrebbe un'autonomia di circa 9 mesi,per i restanti 3 mesi o spengono le macchine e lasciano i consumatori senza pasta e pane oppure ricorrono all'import di grano straniero ed è così che avviene,allora questi nuovi centri di stoccaggio a cosa doverebbero servire?
Senza scendere in tecnicismi,questi nuovi centri saranno appannaggio dei grandi importatori i quali grazie ad essi nei momenti di mercato favorevole(proprio come adesso) potranno riempirli di grano a basso costo e a mio modesto avviso più che fare azioni speculative al rialzo li utilizzeranno per calmierare i periodi di eccessivi rialzi,il tutto a beneficio di pastai e consumatori e a totale danno dell'agricoltura italiana,ma non è detto che ci facciano anche speculazioni al rialzo,in ogni modo si chiede al contribuente italiano e all'agricoltura in essere di finanziare la speculazione di importatori e trasformatori,sinceramente troppo da accettare,insomma dopo aver elargito regali a destra e a manca disattendendo le aspettative degli agricoltori si scarica sulle spalle del contribuente italiano e dell'intera agricoltura il costo di una operazione a sua volta lesiva per essi ,ed i sindacati cosa dicono?
Un bel niente,anzi,siccome si sono accorti che la gente comincia ad averne abbastanza di loro,improvvisano reazioni spasmodiche alla pari di una zitella isterica,manifestazioni di piazza per chiedere cosa non si sà e   il danno grosso  lo hanno messo nero su bianco il 20 luglio in audizione a Roma.Sciopero della semina,qui siamo all'apoteosi, apoteosi della demenza,oltre a dimostrare di non essere dei conoscitori di dinamiche di mercato(sìì poichè il mercato nazionale viene influenzato nel bene e nel male dal mercato estero,quindi se seminiamo o meno poco importa,ad onor di cronaca se non seminiamo faremo un bel regalo ai nostri competitor stranieri)ma l'assurdo è-cosa ci dobbiamo mettere in quei silos,(operazione da voi avallata) se non seminiamo?ovvio che quella operazione non serve per i cerealicoltori italiani-

Prevedere il futuro del comparto agricolo cerealicolo in questo momento è attività più che ardua,ma grazie all'operato di questi cialtroni il fallimento è dietro l'angolo-ormai siamo al grido-si salvi chi può-

Ad onor di cronaca,il sottoscritto è convinto che in questa annata agraria si debba ridurre le superficie seminate a duro,necessità tra l'altro dettata dai prezzi attuali,ma tengo a precisare che una simile opzione non deve essere proposta da un sindacato di categoria,sono altre le priorità che un sindacato deve affrontare per apportare migliorie e benefici nel medio termine a favore di chi vive questa situazione di mercato con estremo disagio-
Non si vive di propaganda-ma bensì di fatti concreti e i sindacati per questo esistono-in Francia sembra che sappiano cosa fare-QUI .



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