giovedì 4 dicembre 2014

IMU SUI TERRENI AGRICOLI SI/ANZI NO-

Imu dei terreni, arriva il rinvio

Visto l'ultimo scandalo scoppiato a Roma è chiaro che hai nostri ladroni istituzionali servono sempre più soldi,ma in questo caso più che ladroni possiamo tranquillamente definirli cialtroni-
cialtroni allo sbando-e a pagare per la loro cialtroneria è sempre e solo chi lavora-
Pregasi di leggere attentamente dove vanno a finire i soldi estorti agli agricoltori-



L'Imu dei terreni ex montani si avvia verso una proroga a giugno e il Governo punta a sfruttare questo tempo per individuare criteri un po' più solidi con cui distinguere chi dovrà pagare da chi invece manterrà l'esenzione. Lo strumento tecnico per far slittare la scadenza, decreto legge da far confluire nella manovra o emendamento alla stessa legge di stabilità, sarà scelto a breve, ma la decisione politica è stata presa e sarà confermata stamattina dal sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta in risposta al question time al Senato. Nulla cambia, invece, per i terreni che già pagavano l'Imu con le vecchie regole.
La rivolta corale contro il decreto retroattivo spuntato in questi giorni, che ha coinvolto associazioni dell'agricoltura, professionisti e amministratori locali (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) sta dunque per ottenere un primo risultato. Il rinvio sarà accompagnato da una forma di “accertamento convenzionale” dell'entrata, perché i 350 milioni che i proprietari non più esenti avrebbero dovuto pagare sono già stati spesi nel mosaico delle coperture al bonus da 80 euro e a dicembre i conti dei Comuni non possono più essere corretti.
A spingere definitivamente il Governo verso la proroga sono stati anche i pesanti smottamenti politici che l'apparizione del decreto aveva prodotto nella stessa maggioranza. Ieri 100 deputati del Pd hanno firmato la lettera promossa dai loro colleghi Enrico Borghi, Massimo Fiorio e Walter Verini per chiedere a Renzi e Padoan di spostare la scadenza. E anche nell'Ncd c'era aria di battaglia, come annunciato per esempio da Nunzia De Girolamo, ministro delle Politiche agricole nel Governo Letta e oggi presidente dei deputati alfaniani.
Il rinvio della scadenza, che con tutta probabilità sarà spostata a giugno del 2015 in concomitanza con l'acconto della futura «tassa locale», è però solo la prima mossa, perché anche i criteri utilizzati per individuare i nuovi contribuenti hanno bisogno di una revisione decisa se non vogliono andare incontro a un sicuro contenzioso. Per definire la geografia dei pagamenti, infatti, il decreto ha diviso i Comuni in tre fasce, sulla base dell'«altitudine al centro», misurata cioè nel punto in cui si trova il municipio: l'esenzione totale sarebbe stata limitata ai Comuni con altitudine superiore a 600 metri, mentre fra 281 e 600 metri l'Imu avrebbe evitato solo i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali e nei Comuni fino a 280 metri avrebbe invece coinvolto tutti.
I terreni, però, in genere non si trovano nella piazza centrale e un criterio così puntuale avrebbe finito per ignorare la geografia dei tanti Comuni, per esempio alle Cinque Terre o in Costiera Amalfitana, nel Monferrato oppure in Umbria, hanno il centro abitato a un'altitudine inferiore rispetto ad ampie aree del territorio.
Il problema nasce dal fatto che la “riforma” dell'Imu agricola è partita dalla coda, cioè dall'esigenza di trovare in qualche modo i 350 milioni già scritti nel decreto sul bonus Irpef. L'amministrazione, a quanto risulta, aveva tentato qualche strada alternativa, considerando per esempio la media fra il terreno più alto e quello più basso oppure un'altitudine indicativa calcolata sull'ampia maggioranza (l'80%) del territorio comunale, ma secondo i calcoli un sistema di questo tipo non sarebbe riuscito a raggranellare più di 300 milioni. I mesi aggiuntivi che il Governo sta per darsi, quindi, potrebbero servire anche per trovare in qualche altro modo i 50 milioni mancanti, una cifra non impossibile per un bilancio pubblico da 800 miliardi. Sempre che le stime reggano alla prova dei fatti, perché l'allegato al decreto con le cifre divise per Comune è stato subito contestato da parecchie amministrazioni locali (e ieri è sparito dal sito Internet del dipartimento Finanze).
In ogni caso, l'ostacolo fondamentale è stato rappresentato dal calendario: la revisione delle esenzioni è prevista fin da aprile, ma il decreto attuativo è spuntato solo a pochi giorni da una scadenza che avrebbe imposto a milioni di contribuenti di versare tutta l'Imu dell'anno.

3 commenti:

  1. "Il problema nasce dal fatto che la “riforma” dell'Imu agricola è partita dalla coda, cioè dall'esigenza di trovare in qualche modo i 350 milioni già scritti nel decreto sul bonus Irpef."

    Ma veramente quasi tutte le riforme degli ultimi anni in Italia sono state fatte in questo modo....
    Dalla scuola all'università, dalle pensioni alla sanità, è andata sempre così.
    Il boy scout fiorentino ha avuto grandi maestri, Monti e il Berlusca non erano da meno.

    Prima cercano di capire quanti soldi gli servono, poi individuano quale categoria valga la pena di fottere stavolta, e poi studiano la manovra in modo da presentarla non come una rapina ma una riforma seria, finalizzata a rendere più efficiente il sistema, con tutti i crismi del caso...

    Le riforma all'italiana sono un guazzabuglio di emendamenti spesso in contrasto tra loro, che il più delle volte sono presentati all'ultimo minuto per far tornare i conti...
    Semanticamente, non sono molto diverse dall'aumento dell'IVA e del bollo sui conti correnti bancari. Un modo di trovare soldi tout court. (possibilmente perdendo meno elettori possibile).
    Forse è per questo che dopo qualche anno quel che viene riformato va tutto in vacca... e non funziona più niente come prima, altro che efficienza.

    C'è da far casa? Sotto a chi tocca!!!

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    1. Scusate ma son perso una s
      l'ultima frase era:

      C'è da far cassa? Sotto a chi tocca!!!

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    2. Purtroppo,il vero problema sta nella democrazia partecipativa,funziona fino a quando la corruzione non prende il sopravvento,ora tutto sta da quanti voti si perdono o si prendono-

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