lunedì 21 aprile 2014

importiamo per necessità-

IMPORTIAMO GRANO CON IL QUALE LE NOSTRE AZIENDE TRASFORMATRICI FANNO NUMERI DA RECORD-












Questo pastificio,primeggia nel mondo con i suoi prodotti,addirittura nel segmento premium è al primo posto.


Importiamo grano duro poichè la nostra produzione non è autosufficiente,tuttavia,i margini di guadagno per le aziende cerealicole  italiane sono risicate,eppure la logica di mercato,(domanda offerta) vorrebbe che il nostro grano fosse apprezzato più di quanto lo è adesso sotto il profilo commerciale-
Il fatto di avere un prodotto a KM zero e senza problemi di relazionarsi con il mercato dei cambi monetari internazionali,dovrebbero spingere i nostri trasformatori ad incentivare la coltivazione del duro sul suolo nazionale,visto  il potenziale di superficie che abbiamo a disposizione,invece ,i dati dicono che nel 2014 il suolo a riposo colturale è aumentato rispetto al 2013-
A questo punto ,la domanda sorge spontanea,possono produttori e trasformatori trovare un punto d'incontro senza la mediazione e l'intervento delle istituzioni?Certo che nò,ma se i nostri governanti continuano a drenare denaro dalle tasche degli agricoltori mettendo a repentaglio l'esistenza delle stesse aziende,tassando a destra e a manca senza alcun criterio,e ovvio,che le aziende agricole italiane,saranno sempre di più in affanno-

TOCCA QUOTA 411 MILIONI DI EURO IL FATTURATO DI DE CECCO NEL 2013 CONTRO I 373 DEL 2012 E UNA PREVISIONE 2014 A 461 MILIONI. IL GRUPPO È COSÌ N. 3 NELLA CLASSIFICA MONDIALE DI VENDITE DI PASTA DI GRANO DURO E N. 1 NEL SEGMENTO PREMIUM - ALTA QUALITÀ

È stato un 2013 importante per la De Cecco: il gruppo industriale abruzzese ha toccato quota 411 milioni di euro di fatturato contro i 373 del 2012 e per il 2014 prevede di posizionarsi a 461 milioni. Il tutto vale il terzo posto nella classifica mondiale di vendite di pasta di grano duro e il primo assoluto nel segmento Premium, quello dell’alta qualità.

Lo riferisce la stessa De Cecco spiegando che questi dati economici riguardano l’intera galassia aziendale, quindi anche le aziende russe acquisite alcuni anni fa. Va ricordato che la pasta di semola a marchio De Cecco è prodotta, con l’acqua pura della sorgente della Maiella e i migliori grani, solo nei siti di Fara San Martino e Caldari di Ortona, nel cuore dell’Abruzzo, mentre in Russia si producono marchi locali di grande qualità ma, come tradizione russa comanda, con farina di grano tenero.
L’Ebitda del Gruppo, attestata a circa 45 milioni di euro comprese le aziende Pmi Usa e Desemark, “è un vero e proprio record”, dice De Cecco. In tal senso le previsioni per il 2014 sono di 50 milioni di euro. L’utile netto della Fratelli De Cecco, dell’Olearia, di Pmi e Desemark, dopo il pagamento di 7,5 milioni di euro di tasse, è di 13 milioni di euro, con previsione di 15 milioni per il 2014. Il presidente Filippo Antonio De Cecco e gli amministratori delegati Giuseppe Aristide De Cecco e Saturnino De Cecco guidano un’azienda con oltre 1.200 dipendenti, di cui ben 800 in Italia.
Per il settore pasta, core business dell’azienda, balza all’occhio che il prodotto più venduto, sia nei confini nazionali (70.000 quintali) che all’estero (30.000 quintali), è il tradizionale spaghetto. Il volume di vendita complessivo della pasta è di 2.317.000 quintali in un mercato che vede in prima linea, oltre l’Italia, Stati Uniti d’America, Giappone, Russia, Francia, Germania, Regno Unito e Belgio. Il futuro potrebbe essere ancora più roseo, dato che le previsioni indicano una crescita a quota 2.534.000 quintali. 

2 commenti:

  1. Mimmo capisco che si tratta di un'azienda a te vicina, ma si tratta veramente di un marchio che potrebbe scrivere made in canada sui pacchi di pasta.

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